Non c’è pace nel mondo del lavoro. Mentre sembra essere stata scritta la parola fine della lunga odissea vissuta dai sette dipendenti “Gia spa”, si profila all’orizzonte la vicenda che vede coinvolte diverse lavoratrici che assistono anziani e portatori di handicap al minimo di ore lavorative e retribuzioni.
Queste le due situazioni. Con un comunicato stampa, Francesco D’Amico, responsabile della Cgil funzione pubblica del calatino annunzia che «Giorno 8 maggio, sette dipendenti della Gia spa, impiegati presso gli impianti di depurazione della zona industriale, hanno sottoscritto nella direzione territoriale del lavoro di Catania, il patto di assunzione a tempo indeterminato con decorrenza dal giorno 16 prossimo, concludendo così il lungo inverno caldo che li ha visti attuare lo sciopero della fame e l’occupazione degli impianti per rivendicare il pagamento degli stipendi e avere certezze per il futuro occupazionale».
«Un primo risultato è stato raggiunto – continua D’Amico – per il quale determinante è stato il contributo del segretario generale provinciale della Cgil, Giacomo Rota, adesso cercheremo di far corrispondere alcune retribuzioni arretrate coinvolgendo il comune di Caltagirone al cui sindaco è stato chiesta l’attivazione di un tavolo di trattativa».
Se per i lavoratori “Gia” sembra spuntare il sereno, nebuloso appare invece il futuro delle assistenti domiciliari di grammichele perché, come annunzia Maurizio Grosso, segretario generale Confael, le stesse, malgrado i proclami dell’assessorato ai Servizi sociali, hanno ripreso il lavoro dopo due mesi di sospensione al minimo delle ore mensili lavorative e con soli 200 euro di stipendio.
«L’assessorato – comunica Grosso – non è in grado di attingere ai fondi europei né tantomeno far scorrere la graduatoria degli utenti e quindi, se non saranno trovate adeguate e risolutive soluzioni, attueremo forme di lotta per tutelare utenti e lavoratrici».
(DAL QUOTIDIANO “LA SICILIA” DI DOMENICA 11 MAGGIO 2014 A FIRMA DI NUCCIO MERLINI)