Il colonello Salvatore Gagliano è morto perdendo così la sua battaglia contro il covid-19.
Il militare era originario della provincia di Catania ed era entrato a far parte dell’arma nel 1984. Durante la sua carriera si era distinto svolgendo numerosi incarichi come la Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias, lo Squadrone Cacciatori Calabria, aveva avuto il comando del Nucleo Investigativo di Reggio Calabria e quello della compagnia di Lucera e Bari Centro e in seguito il Reparto Operativo di Bari e il Reparto Operativo di Lecce, per poi assumere il comando del provinciale carabinieri di Ragusa e Crotone, della Scuola Allievi di Reggio Calabria e infine attualmente aveva svolto l’incarico presso il comando interregionale Culqualber a Messina come Capo di stato maggiore.
Salvatore Gagliano era molto stimato dai suoi colleghi per il suo profondo senso del dovere e per la sua umiltà con la quale ha prestato servizio al suo Paese per oltre 35 anni, distinguendosi per il suo impegno e per la sua dedizione. Anche il Sim (sindacato italiano militari) dei carabinieri si unisce al cordoglio per questa grave perdita ricordando il grande senso di legalità che ha contraddistinto la persona del colonello che, amando il proprio lavoro, ha trasmesso valori importanti per le qualità di un carabiniere quali la cura nella preparazione, attento addestramento fisico per la difesa personale e conoscenza dell’uso di strumenti aggiornati. Nelle parole di ricordo dei colleghi del Capo di stato maggiore non mancano apprezzamenti per virtù quali generosità, un uomo molto legato ai valori della famiglia e del lavoro che svolgeva, partecipando a delicate indagini senza temere il pericolo.
L’ufficiale lascia una compagna, due figlie e un figlio, che lo ricordano con estremo affetto e che hanno vissuto insieme a lui il lungo percorso della malattia, infatti a ucciderlo è stata una complicanza polmonare legata al coronavirus, spegnendosi presso il policlinico di Modena, dove era ricoverato.