29 anni fa, il 19 luglio 1992, all’altezza del numero civico 21 di via Mariano D’Amelio, a Palermo, una Fiat 126 rubata contenente circa 90 chilogrammi di esplosivo venne fatta esplodere provocando la morte il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Una terribile ferita ancora aperta nella storia di ogni italiano, ancor più di ogni siciliano. Una strage che segue praticamente a ruota la strage di Capaci, nella quale trovò la morte il grande amico e collega di Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, la moglie e la scorta di quest’ultimo.
Nel grande e triste parallelo calendario che ogni anno seguiamo, quello degli anniversari delle vittime della mafia, non ci sono date più cruciali. Non ci sono date più significative del 22 maggio e del 19 luglio.
Come redazione siamo sempre fermamente convinti che queste date sono importanti per riflettere, rileggere, riascoltare, educare la nostra memoria alla scoperta dei fatti atroci che hanno dilaniato la nostra terra, per riscoprire gli uomini che hanno lottato e sacrificato la loro vita per permetterci di vivere al meglio la nostra, per raccontare quello che è successo ai più giovani.
Vi lasciamo con un documentario realizzato da Filippo Sileci: “Da Portella della Ginestra a via D’Amelio”, un approfondito excursus della storia della mafia, e della lotta alla mafia.
https://www.facebook.com/grammichele.eu/videos/299408591963683
Per chiudere, un omaggio, una poesia scritta dal direttore della testata per la terza edizione del “Premio Themis”, concorso di Poesia, Racconto breve e Saggio storico patrocinato dalla provincia di Catania, dal Ministero della Pubblica Istruzione e dall’Università di Catania. La composizione è stata pubblicata in un’antologia edita dalla A&B Editrice.
“Mia madre mi aspetta”
Fa caldonon potrò vedere il mare per tantosono troppo impegnato a difenderlo.Oggi batte un sole così roventelo fisso per un po’poi mi staccomi piangono gli occhiche stupido.Cerco una sigarettala accendomi chiedo se almeno in Paradisoquesto vizio finirà.Sento il rumore della stradala gente che parlai venditori ambulantii bambini che giocanoe mi piangono gli occhiancora.Mia madre mi aspettale piante nel mio vialetto sono secchedovrei portarle viasono troppo impegnato ad estirparne altre.Guardo dietroci sono i ragazzi della scortapoi mi guardoguardo i capellie penso ai miei figliche mi prendono così tanto in giro,sorrido.Via D’Amelio oggi è desertachiudo lo sportellobutto la sigarettail sole si riflette sul mio anellotocco il ditosfioro l’oro nuziale,sorrido.Mia madre mi aspettamavia D’Amelio oggi non è così deserta
c’è una macchina rossa.Benedetto Greco