Di seguito la nostra consueta recensione d’autore a cura di Giada Licata; oggi per voi “La sostanza del male” di Luca D’Andrea.
Titolo: La sostanza del male
Autore: Luca D’Andrea
Editore: Einaudi
Pagine: 464
Prezzo: € 14,00
Data di pubblicazione: 19 Settembre 2017 (Ristampa)
Trama
Un triplice, crudele omicidio rimasto irrisolto. Una scia di violenza e di morte che perseguita gli abitanti di Siebenhoch, una tranquilla, isolata comunità tra le montagne dell’Alto Adige. Un forestiero con la sua famiglia, sempre più invischiato nella vicenda. Al centro di tutto il Bletterbach, una gigantesca gola nei cui fossili si può leggere l’intera storia del mondo. È come se in quel luogo si fosse risvegliato qualcosa di spaventoso che si credeva scomparso, antico come la Terra stessa.
«Werner si lasciò sfuggire un verso di scherno. – Nessuno è mai uscito dalle grotte del Bletterbach. Laggiú c’è l’inferno».
Jeremiah Salinger è un giovane autore televisivo newyorkese che, insieme alla moglie Annelise, si è trasferito per un periodo a Siebenhoch, il piccolo centro del Sud Tirolo dove lei è cresciuta. Con loro c’è la precoce figlia Clara, di cinque anni. Affascinato dalla montagna e dalla gente che vi abita, Salinger comincia a realizzare un factual sul soccorso alpino, ma nel corso delle riprese viene coinvolto in un pauroso incidente. Mentre cerca in ogni modo di dimenticare la sua esperienza traumatica, viene a sapere per caso di un fatto sanguinoso risalente a molti anni prima: il massacro di tre giovani avvenuto durante un’escursione nella gola del Bletterbach. Il delitto non ha un colpevole, e in paese nessuno vuole parlarne: forse perché il solo pensarci potrebbe risuscitarne l’orrore, o forse perché sono in tanti ad avere qualcosa da nascondere. Nonostante l’ostilità crescente che lo circonda, e l’opposizione di Annelise, Salinger si mette a scavare nel passato, penetrando sempre piú a fondo nella vicenda. Fino a scoprire l’imprevedibile, terrificante verità.
Recensione
La sostanza del male: il titolo è già una garanzia. Già prima ancora di iniziarlo si può facilmente immaginare quanta suspence ci possa essere e le aspettative infatti crescono, ancor prima di finire il prologo. E non delude, anzi: fa in modo che “ti si incollino gli occhi alle pagine”, avidi di proseguire, visto che il prologo stesso è un gran bel punto di domanda.
C-u-r-i-o-s-i-t-à, nove lettere, come direbbe Jeremiah Salinger, il protagonista del romanzo. Il classico tipo sicuro di sé, egocentrico, testardo e bugiardo. Le prime pagine sono già avvincenti, lo stile è scorrevole come l’acqua e la narrazione segue lineare tenendo però sempre il lettore col fiato sospeso; Fa sì che ogni pensiero di Salinger sia il nostro, come ogni sua paura e ogni sua gioia, in una vicenda vecchia decenni e un passato inquietante da scavare sino in fondo.
Luca D’Andrea ha creato, a mio parere, un thriller psicologico d’effetto che (oltre a mettere i brividi) mette a nudo le paure di Salinger, lo mette faccia a faccia con i fantasmi del passato fino a scardinare ogni suo più piccolo pensiero, ogni sua certezza o convinzione regalandoci passaggi adrenalinici man mano che ci si avvicina alla dura e cruda verità.
Brevi cenni sull’autore
Luca D’Andrea è nato a Bolzano, dove vive, nel 1979. Per Einaudi ha pubblicato nel 2016 La sostanza del male, il suo primo thriller, che è stato un caso in tutto il mondo e diventerà presto una serie Tv internazionale, e nel 2017 “Lissy”.
Spero che la recensione vi sia piaciuta! Vi auguro una piacevolissima estate, spero con tanti libri sotto l’ombrellone 😉 Buona lettura.
Giada Licata