Francesco Cappella, 59 anni, originario di Grammichele, è il nuovo direttore del Distretto sanitario di Caltagirone. Proviene dall’ufficio Igiene pubblica di Grammichele e Mazzarrone e succede a Giovanna Pellegrino, “promossa” quale direttore del presidio ospedaliero “Gravina”. Un compito non facile, il suo, come d’altronde è stato per i suoi predecessori. Tante, infatti, le criticità della sanità territoriale, che pure è chiamata a svolgere un ruolo importante.
Dal suo buon funzionamento, infatti, dipende anche, per certi versi, quello degli ospedali del territorio. E oggi la sanità, nel Calatino vive un momento difficile, con l’ospedale “Gravina” che paga, ogni giorno di più, l’assenza di un autonomo centro di programmazione e di spesa quale l’Azienda ospedaliera (soppressa dalla riforma Russo), con il nosocomio di Militello oggetto di una costante azione di depauperamento e il Distretto che soffre di deficit organizzativi e strutturali.
A ciò si aggiungono gli effetti negativi prodotti sull’intera sanità della provincia di Catania dall’assenza dei suoi vertici, colmata soltanto di recente. Il dott. Cappella indica le proprie priorità: «Dobbiamo andare sempre più spesso nelle scuole, a parlare con i ragazzi, potenziando così il servizio di educazione alla salute e di medicina scolastica. Le parole d’ordine sono: prevenzione primaria con vaccinazioni, educazione negli istituti scolastici e indagini sul territorio e prevenzione secondaria, cercando di valorizzare realtà come i Pta (Presìdi territoriali di assistenza) e le Rsa (Residenze sanitarie assistite) che decongestionano l’ospedale. E poi bisogna incrementare ogni sinergia possibile per un’assistenza integrata che ponga al centro il bisogno di salute del cittadino».
Un altro degli obiettivi posti in “pole position” dal neo direttore del Distretto è «il ritorno degli ambulatori, oggi allocati all’ospedale, nel plesso di via Marconi, anche per andare incontro alle esigenze della popolazione, soprattutto anziana e con patologie croniche, del centro storico».
Un discorso, questo, che vale pure per la Guardia Medica (anch’essa fu trasferita all’ospedale, nonostante le tante proteste di istituzioni, partiti e semplici cittadini).
«Per l’auspicato ritorno della Guardia Medica nella vecchia sede – afferma Cappella – c’è un progetto di ristrutturazione dei locali reso possibile dal contributo prezioso dell’Ufficio tecnico dell’ospedale». Una scommessa ardua è quella legata all’abbattimento dei tempi d’attesa per le visite ambulatoriali, causa di forti disagi e di conseguenti legittime lamentele da parte degli utenti. Una ferita aperta è quella dei tagli (sono state dimezzate, in tutte le strutture della provincia etnea, le ore destinate alle attività di pulizia delle ditte convenzionate) e dell’esiguità dell’organico, che non possono, comunque, costituire un alibi per nessuno.
(FONTE QUOTIDIANO “LA SICILIA” DEL 25/07/2014 A FIRMA DI MARIANO MESSINEO)