Ormai a poco meno di 2 mesi, abbiamo voluto intervistare a distanza il concittadino Luca Cubisino, direttamente da Città del Messico dove si trova in questo momento, e da dove stà per completare quello che sarà il programma ufficiale di AmicaFest 2017 che si svolgerà a Grammichele dal 22 giugno al 2 luglio.
AmiCaFest è un’americanata! (Risata) A parte gli scherzi, AmiCaFest è un festival che si terrà a Grammichele dal 22 giugno al 2 luglio, il cui formato è particolarmente adatto a studenti che vengono dall’estero. Festival come questo, quindi prevalente estivi, a scopo didattico, pensati per trasformare le vacanze in un momento di apprendimento e socializzazione, ce ne sono tanti e anche ben radicati.
Perché pensate che questi studenti abbiano scelto proprio il vostro allora?
Prima di tutto per gli insegnanti: abbiamo un gruppo docente eccezionale e variegato: maestri che insegnano pianoforte nelle scuole più prestigiose del mondo, e che sono essi stessi una sintesi di culture diverse: un cinese che insegna negli Stati Uniti, una coreana che insegna in Turchia, una russa che insegna a Londra e un italiano che insegna in Canada. Da capogiro! Un’altra delle ragioni per cui questi studenti hanno scelto proprio noi è la cornice: l’Italia e la Sicilia in particolare sono mete allettanti per chiunque, diciamoci la verità. Infine, il nostro festival ha delle variazioni su tema (per restare nell’ambito musicale) rispetto agli altri. Quello che offriamo sono 10 giorni che, oltre ad essere occasione di accrescimento professionale (lezioni, masterclass, un workshop con l’orchestra e svariate opportunità di esibirsi), regala autenticità: l’autentica vita di paese, senza McDonald’s dietro l’angolo, a contatto con il calore della gente, che la permanenza in grandi città, magari in hotel, non può certo garantire.
Quanti sono e chi sono i partecipanti?
I partecipanti di quest’edizione sono 16 ragazzi, provenienti da Turchia, Stati Uniti, Corea del Sud e Canada, che sono stati selezionati dal corpo docente. La loro fascia d’età va dai 13 ai 30 anni. Naturalmente i più piccoli stanno venendo accompagnati da un genitore. Ci saranno anche degli uditori. Ognuno di loro non vede l’ora di arrivare, studiare con questi grandi maestri e conoscerci/vi.
Cosa faranno?
Come anticipato, lo scopo primario è quello dello studio: ogni studente ha garantite delle ore di studio individuale, di lezioni e masterclass, a rotazione, con ognuno degli insegnanti, un workshop atto al perfezionamento dei concerti per pianoro e orchestra che i vincitori del concorso interno al festival eseguiranno per la serata finale insieme al direttore d’orchestra colombiano Johann Guzman e alla Camerata Belliniana. Ma siccome “di solo studio non può vivere l’uomo” abbiamo ideato una serie di attività collaterali, per esempio delle visite guidate fuori porta, una lezione di cucina conviviale, un seminario sulla musica di migrazione al quale parteciperanno esperti internazionali del settore, una mostra relativa allo stesso tema, e tanto altro.
Quali sono gli eventi aperti al pubblico?
Il pubblico può presenziare a tutte le masterclass che si terranno nell’aula consiliare, è naturalmente benvenuto ad ogni concerto, e si può unire a noi nella conferenza/mostra sulle musiche di migrazione. Tutti gli eventi aperti al pubblico saranno presto pubblicizzati.
Come pensate di coinvolgere la cittadinanza?
Ecco, questo è un punto fondamentale, e ti ringrazio per la domanda. La cittadinanza, nella nostra visione, deve avere un ruolo primario. Stiamo cercando delle famiglie disposte ad ospitare e a garantire colazione e pranzo a questi ragazzi per tutta la durata del festival. Siamo sicuri che aggiungere un posto a tavola non è un grosso problema per molti di noi. Crediamo fortemente nella partecipazione dei cittadini alla costruzione di quello che sarà un bel ricorso per tutti, tanto per i ragazzi quanto per chi vorrà approfittare della loro presenza per creare uno scambio culturale e un legame che non finisce quest’estate. Noi per primi siamo stati parte di esperienze simili all’estero e in Italia, e le amicizie che abbiamo instaurano con le famiglie che ci hanno generosamente ospitato durano ancora oggi. (Una di loro è stata invitata al nostro matrimonio, per esempio).
Perché proprio a Grammichele un progetto così ambizioso?
Perché no? Grammichele è il nostro paese, anche se ce ne siamo andati, dimostrando nettamente meno coraggio di chi è rimasto. All’inizio, ad essere sinceri, abbiamo avuto delle titubanze, sulla riuscita di un progetto che è davvero un complicato marchingegno da far funzionare specialmente a Grammichele. Ma poi ci siamo detti: Grammichele è anche nostra, e questo progetto non può che farle bene. E avevamo ragione, perché stiamo trovando aiuti insperati, nelle altre associazioni, nei privati, ma soprattutto nell’amministrazione comunale che si è dimostrata entusiasta. Per noi la collaborazione è l’unica via d’uscita se si vuole veramente fare qualcosa di valido, e proprio a Grammichele stiamo trovando questa volontà di cooperazione che ci sorprende e ci lascia ammirati.
Come vogliamo lasciarci?
Con la speranza che la nostra fiducia nella cittadinanza sia ben riposta, e che il popolo Grammichele si dimostri generoso e accogliente come ce lo immaginiamo: invitiamo chiunque abbia un letto libero e voglia di avere un/una pianista internazionale per qualche giorno a casa propria, facendo provare loro le nostre buone pietanze, di mettersi in contatto con noi (info@amicafest.com). La cittadinanza tutta è inoltre invitata a ognuno dei nostri eventi, visionabili sul sito internet (amicafest.com, in inglese) e sulle locandine che verranno affisse a giorni (in italiano). Vi aspettiamo numerosi e con una gran voglia di partecipazione! Intanto, se vi va, seguiteci su Facebook (facebook.com/AmiCaFest).