Grammichele è una citta piena di contraddizioni. Da un lato viene celebrata per la sua grande storia, descritta su vari libri ed esaltata per la sua entusiasmante geometria. Dall’altro è un paese vecchio e abbandonato alla natura. È “l’esagono magico”, pieno di immondizia e disservizi, è la “città ideale” per la conta delle aree da ripulire o ripristinare, alcune addirittura da ricordare.
L’area dei Mulini della Badia, “A tagghiata do parrinu”, il Parco Archeologico di Occhiolà, le fontane, il cinema Intelisano, lo stadio comunale sembrano tutte zone dimenticate perché abbandonate all’incuria e divorate dal tempo. La storia si interrompe quando smettiamo di guardarci intorno. Vediamo solo cose, non ci facciamo più caso. Anche la segnaletica stradale o quella che dovrebbe avvisarci di un’area a interesse storico-culturale a volte sembra rimanere in piedi per sopravvivenza. E noi, forse perché non ci compete o perché non ci premuriamo abbastanza, lasciamo che qualcun altro si preoccupi di tutto ciò, ma esattamente chi?
Ascoltando le impressioni di chi vive ormai fuori dal paese, si può percepire l’amarezza che riempie le parole che raccontano di una Grammichele che regredisce. I circoli culturali, le militanze politiche o la gente che riversava sul corso Vittorio Emanuele, sembrano appartenere a un passato, che neanche ricordiamo. Per questo il paese non progredisce, perché non ci sta a cuore rivedere cosa siamo stati. Le attività commerciali, la festa della Madonna del Piano, non godono più della vitalità che conferivano un tempo alla città. La nostra piazza vasta ed esagonale, svilita dal progetto che dal 2008 l’ha ricoperta di grigiore, ha alberi perimetrali più spesso rinsecchiti che rigogliosi.
Le sorti della città geometrica non possono di certo essere risollevate con opere di ripristino eccezionale o di eventi a stampo culturale-commemorativo che ogni tanto rompono la monotonia grammichelese. Sarebbe necessario e indispensabile una periodica e sistematica pulizia, manutenzione e valorizzazione. Che contrastino il diffondersi di erbacce lungo il bordo stradale nei pressi delle scuole, nelle zone di periferia, ovunque. Che diano modo al paese di “non dire il suo passato, ma di contenerlo come le linee di una mano” (Italo Calvino).
Tuttavia Grammichele compare di tanto in tanto, come immagine ripresa dall’alto, nelle più importanti pagine dei social media, risvegliando in noi un minimo senso di appartenenza. Ma ci siamo mai chiesti se per noi Grammichele sia solo questo, l’esaltazione di ciò a cui non prestiamo attenzione? Perché se per un momento capissimo che quella foto sembra solo darci un significato dall’alto, e planassimo sul suolo, probabilmente perderemmo i punti di riferimento pure dentro un esagono perfetto.
Sarà in questa perenne ambivalenza che Grammichele ha trovato il suo punto di equilibrio, che la condanna però all’immutabilità. Nella speranza non faccia la fine di Zora, la città descritta da Italo Calvino nella sua celebre opera “Le città invisibili“:
Inutilmente mi sono messo in viaggio per visitare la città: obbligata a restare immobile e uguale a se stessa per essere meglio ricordata, languì, si disfece e scomparve. La terra l’ha dimenticata
Risulta vano infine accanirsi contro un’amministrazione comunale in particolare. Tanto che, alla fine, non riusciamo a capire veramente di chi è la colpa. Di chi ha la responsabilità di tenerla pulita, ordinata, dignitosa ma semplicemente non ce la fa… o di chi non dovrebbe sporcarla e poi nel suo piccolo puntualmente lo fa, per poi lamentarsi della stessa sporcizia che ha lasciato (un paradosso frequentissimo)? La colpa è semplicemente di tutti e di nessuno, perché Grammichele è una città piena di contraddizioni.
Di seguito la galleria fotografica che ritrae alcune zone del paese invase da erbacce e in alcuni casi spazzatura e devastazione:
bella presentazione grammichele .eu la vostra rappresentazione che vorrebbe colpevolizzare il grammichelese xke non cura il suo ambiente non e esatta in tutto . il grammichelese il cosidetto ..mazzapatre , che non so cho glielo abbia affibiato e colpevole si ma per essersi rassegnato a vivere e farci vivere i suoi figli sotto un area insalubre ..appestata che gli impone politica e cosa fare voi polemizzate per un po di immondizia sparsa ovunque voi che dovreste rappresentare l informazione e l incentivo verso la cultura xke non diventate illuministi e spingete i grammichelesi a riprendersi la loro liberta di decidere con le proprie teste seguire i loro senfimenti senza il veto del onerevole che ci fa i propri affarucci lasciando tutto stagnante e senza progrsso di questo dovrebbe scrollarsi il povero mazzapatre , anche voi vivete a grammichele scegliete come viverci