La videosorveglianza cittadina e nei comuni può avere un ruolo importante nella prevenzione e nel contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria in ambito urbano. L’approvazione delle proposte presentate da ventisei comuni della provincia di Catania per l’installazione di sistemi di videosorveglianza nei rispettivi territori, come reso noto del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presso la prefettura di Catania, dimostra l’importanza che questa tecnologia ha assunto nella lotta alla criminalità.
Il finanziamento per l’installazione di un sistema di videosorveglianza, approvato il 24 febbraio, coinvolge ventisei comuni in provincia di Catania: Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, Adrano, Giarre, Grammichele, Linguaglossa, Maletto, Maniace, Mascalucia, Mineo, Mirabella Imbaccari, Nicolosi, Paternò, Raddusa, Ragalna, Ramacca, Randazzo, San Cono, San Gregorio di Catania, San Pietro Clarenza, Santa Venerina, Trecastagni, Tremestieri Etneo, Viagrande, Vizzini e Zafferana Etnea.
Nella lista presente anche Grammichele, che potrà beneficiare enormemente di un rinnovato sistema di videosorveglianza. Le telecamere nei luoghi pubblici e nelle aree sensibili possono avere un effetto dissuasivo sui potenziali delinquenti, ma anche un ruolo importante nella raccolta di informazioni utili alle indagini della polizia.
L’ultimo ammodernamento dell’impianto di videosorveglianza comunale risale al 2015, attraverso finanziamenti per il progetto “Vista sull’Esagono”, provenienti dal Pon sicurezza per lo sviluppo 2007/2013, del Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza, per una spesa pari a circa 100 mila euro, che ha permesso l’installazione di ulteriori 14 telecamere assieme alle 39 già presenti.
L’attuale impianto risulta ormai vetusto e malfunzionante, anche a causa di guasti dovuti anche alle intemperie. Uno tra tanti è il guasto di alcune telecamere, ad opera della recente ondata di maltempo Medicane.
Non resta quindi che augurarsi che venga rivisto e ripristinato l’attuale impianto, al fine di rendere più capillare il controllo sul territorio, andando a coprire anche le zone dove persiste l’annoso problema delle microdiscariche.